Nuove tecnologie di costruzione per migliorare la sicurezza di serbatoi e containers in P.R.F.V. interrati
Secondo le più recenti disposizioni di legge D/L 246 del 24.05.1999 riguardanti i Requisiti tecnici per la costruzione, installazione e funzionamento di recipienti interrati , i serbatoi da interramento ed affini devono essere ora costruiti con doppia camera.
Il fine è quello di assicurare l’integrità strutturale di tali manufatti per l’intera durata del loro utilizzo, prevenendo e contenendo perdite accidentali nel suolo del liquido in essi stoccato con conseguenti danni all ’ ambiente.
Per lo stesso motivo, alla doppia parete, deve essere inoltre associato un sistema di monitoraggio continuo dell ’ intercapedine tra le due camere – un rivestimento o simile montato anche sui tubi e le condutture a pressione interrate : questo dispositivo permette di verificare continuamente l’ eventuale presenza di liquido nella seconda camera, dando così la possibilità agli operatori di far scattare per tempo un eventuale allarme.
I liquidi normalmente contenuti in serbatoi interrati sono dei più svariati, inclusi liquidi o composti alquanto pericolosi, tra cui segnaliamo oli minerali e idrocarburi, composti organotannici, organofosforici, orgaanoalogenati, composti contenenti metalli e metalloidi, biocidi e derivati, ammoniaca e nitriti.
Carbon Compositi srl ha messo appunto una soluzione innovativa per il monitoraggio continuo dell ’ eventuale presenza di liquido stoccato nella seconda camera, in totale accordo alle disposizioni di legge vigenti.
La soluzione all’avanguardia proposta dalla Carbon Compositi srl consiste nell’introduzione , durante le normali fasi del processo di lavorazione ad avvolgimento del cilindro per il serbatoio (Filament Winding), di un velo conduttivo con una resistenza di circa 3000 Ω.
PROCEDURA
Tale velo conduttivo viene applicato sulla superficie esterna del manufatto originario.
L’ intercapedine tra le due camere del serbatoio viene realizzata secondo la tecnica preferenziale fra quelle in uso: nido d’ ape termoplastico, schiume a cellule chiuse, per esempio il polivinilcloruro espanso.
In seguito viene realizzata la seconda parete, all’ esterno dell’ intercapedine, secondo la tecnica preferita, che può essere per avvolgimento continuo (Filament Winding) o per stratificazione di mat e stuoia alternati.
Alla fine viene applicato un secondo velo conduttivo sulla superficie esterna della seconda camera del cilindro.
I veli conduttivi interni ed esterni vengono quindi collegati per mezzo di un ponte creato su entrambe le estremità del cilindro, ottenendo così un sistema integrale di conduttività sull’ intera struttura.
Il sistema di monitoraggio perdite consiste semplicemente nel monitoraggio del valore misurato della resistenza elettrica tra il liquido stoccato all’interno del serbatoio e il velo conduttivo applicato all’esterno della parete del serbatoio; un contatto posto all’interno del liquido, l’altro applicato sul velo conduttivo, ed entrambi sono collegati ad un dispositivo che legge la resistenza elettrica.
Se non ci sono falle o rotture, cioè non vi è alcun contatto tra il liquido e il velo conduttivo, il valore della resistenza tra i 2 contatti sarà molto alto.
Non appena la struttura della parete si deteriora o perde per qualsiasi motivo, il liquido interno viene in contatto con il velo conduttivo, il circuito si chiude e il dispositivo collegato registrerà una diminuzione della resistenza (o aumento della conduttività ).
Ovviamente questo dato può essere elaborato per attivare sistemi di allarme o sistemi di controllo automatizzati, gestiti da un terminale ( a frequenza costante ) o qualsiasi altra strumentazione atta al controllo
VANTAGGI
Grazie alle sue caratteristiche, la struttura creata può essere utilizzata come dissipatore di eventuali cariche che si potrebbero formare all’ interno ( o anche all’esterno ) della parete del serbatoio. La dissipazione delle cariche elettrostatiche è ottenuta facilmente e a bassi costi.
Una volta che il serbatoio viene assemblato, eventuali perdite sulle giunture possono essere evidenziate tramite uno “ Sparking Test ” fatto con uno scintillografo; questo test può essere condotto anche per controllare eventuali riparazioni fatte.
Non c’è alcuna perdita delle proprietà fisiche della resina in termini di elasticità e permeabilità e la qualità del prodotto è più alta, se la paragoniamo a PRFV conduttivo realizzato con l’aggiunta di cariche conduttive (carbon balck) alla resina.
Non c’ è alcun rischio di cariche elettrostatiche in potenziali ambienti esplosivi, grazie alla bassissima tensione coinvolta.
Il costo del velo conduttivo indicato per la soluzione proposta è assolutamente basso e la sua applicazione sulla camera esterna del serbatoio è molto semplice: viene applicato con degli incollaggi a macchia, utilizzando la stessa resina utilizzata in fase di produzione del cilindro.
Infine, il monitoraggio continuo e l’ eventuale evidenza di perdite è assolutamente immediato, a differenza di quando vengono utilizzati fili conduttori in rame o fasce conduttive, che vengono posizionati solo su alcune zone della superficie e che permettono quindi un identificazione della perdita solo dopo che il liquido fuoriuscito ha raggiunto tali aree.
Oltre a numerose aziende del settore chimico, Carbon Compositi srl è recentemente stata commissionata della produzione di un considerevole numero di serbatoi a doppia camera con il sistema di rilevamento perdite enunciato, da parte di un importante SpA operante nel settore della produzione di energia elettrica su territorio nazionale.